La macabra scoperta in un podere: prima un teschio, poi gli altri resti. Forse di un’intera famiglia. E la comunità si interroga sgomenta: come morirono?
Metti una scena da film horror a Nola, pochi chilometri da Napoli. Un caso che sconquassa la placida tranquillità dell’estate e pone mille interrogativi, uno dopo l’altro. Nasce tutto dal ritrovamento di alcuni teschi, di ossa umane appartenenti a quattro o forse cinque persone: protagonisti, Maria e Gioacchino, al solito impegnati nei campi della periferia nolana, nellaraccolta delle nocciole.
Un lavorìo generoso, sotto il cocente sole di un’estate torrida, interrotto solo dalla macabra scoperta, a due passi da Visciano: «Stavo scavando nel terreno con la zappa – raccontano ancora visibilmente emozionati la proprietaria del podere – quando ho avvertito sotto la parte metallica qualcosa di duro: non era una pietra. Ho continuato a scavare con le mani, e mi sono trovata tra le mani un piccolo osso: poteva sembrare il resto di un animale e non ci ho fatto troppo caso. Poco dopo però, molto vicino a quel punto, è emerso qualcosa di strano, ma comunque chiaro: era un grosso frammento di teschio umano».
Il primo della macabra serie, scoperta con certosina attenzione dai carabinieri della compagnia di Nola, intervenuti sul posto per dissotterrare gli scheletri, alcuni dei quali ancora ben allineati. E mentre si cerca di intuire l’epoca nei quali sono stati sotterrati (sembrerebbe comunque relativamente recente), emergono i primi particolari: sono stati inumati con i piedi orientati in direzione di un piccolo edificio diroccato. E tra loro, c’era anche un bambino.
Le ipotesi si rincorrono: era una famiglia? Si è trattato di una morte violenta? E ancora: se fossero stati vittima di un rito satanico? In città, si cercano indizi nei polverosi archivi storici. Mentre le forze dell’ordine indagano, per dare una spiegazione al misterioso ritrovamento che ha inquietato Nola.
Un lavorìo generoso, sotto il cocente sole di un’estate torrida, interrotto solo dalla macabra scoperta, a due passi da Visciano: «Stavo scavando nel terreno con la zappa – raccontano ancora visibilmente emozionati la proprietaria del podere – quando ho avvertito sotto la parte metallica qualcosa di duro: non era una pietra. Ho continuato a scavare con le mani, e mi sono trovata tra le mani un piccolo osso: poteva sembrare il resto di un animale e non ci ho fatto troppo caso. Poco dopo però, molto vicino a quel punto, è emerso qualcosa di strano, ma comunque chiaro: era un grosso frammento di teschio umano».
Il primo della macabra serie, scoperta con certosina attenzione dai carabinieri della compagnia di Nola, intervenuti sul posto per dissotterrare gli scheletri, alcuni dei quali ancora ben allineati. E mentre si cerca di intuire l’epoca nei quali sono stati sotterrati (sembrerebbe comunque relativamente recente), emergono i primi particolari: sono stati inumati con i piedi orientati in direzione di un piccolo edificio diroccato. E tra loro, c’era anche un bambino.
Le ipotesi si rincorrono: era una famiglia? Si è trattato di una morte violenta? E ancora: se fossero stati vittima di un rito satanico? In città, si cercano indizi nei polverosi archivi storici. Mentre le forze dell’ordine indagano, per dare una spiegazione al misterioso ritrovamento che ha inquietato Nola.